venerdì 27 marzo 2020

"Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città"

Al di là del credo di ognuno, e nel rispetto del pensiero di tutti (credenti e atei), la scena del Papa in preghiera davanti ad una piazza San Pietro vuota, è carica di un simbolismo che ben interpreta il triste momento che viviamo. 
Il nostro "Io" razionale, figlio della rivoluzione scientifica, dell'Illuminismo, del Positivismo e in breve del pensiero moderno, suggerisce alla maggior parte di noi che probabilmente non saranno le preghiere del Papa o quelle di milioni di credenti di una delle religioni del mondo a liberarci dalla pandemia e dalle paure ad essa connesse. Ma la sfera spirituale, di cui è permeata almeno una parte della complessa essenza umana, si riappropria, anche attraverso le manifestazioni religiose, dei suoi antichi riti ancestrali, per trovare un conforto alla propria immanente debolezza di fronte alla soverchiante superiorità delle forze naturali e dell'ignoto, che nonostante tutto continuano a governare il destino individuale e collettivo di ogni cosa, compreso quello di un'umanità troppo spesso convinta di riuscire a dominare non soltanto il mondo, ma anche il proprio stesso destino di fronte all'ineluttabile limite che invece ci governa tutti.



giovedì 26 marzo 2020

La "lunga durata", le epidemie cicliche e l'utilità della storia

Nella maggior parte dei paesi europei il numero di contagiati al Covid-2019 sembra riscontrarsi nelle capitali (Madrid, Parigi, in misura minore Berlino), ossia in aree popolose in grado purtroppo di favorire lo sviluppo di focolai responsabili della crescita rapida ed esponenziale dei contagi, proprio in ragione del fatto che è in queste grandi città che c'è una maggiore concentrazione di popolazione.
In Italia abbiamo assistito finora ad una situazione diversa: i primi focolai si sono sviluppati in centri molto piccoli (in Lombardia), da dove poi (purtroppo) il contagio si è esteso in aree più grandi (Bergamo) con tutte le drammatiche conseguenze del caso, ma per ora (e speriamo anche in seguito) in misura minore nei grandi centri e nelle metropoli. L'Italia nel panorama europeo (e persino mondiale) rappresenta un unicum, che le deriva dalla sua peculiare storia, risalente sia all'epoca antica che medievale. La nostra è infatti la terra in cui si è sviluppata e da cui si è irraggiata la civiltà romana (e attraverso di essa quella greco-ellenica), che si è estesa nel resto d'Europa e nell'area del bacino del Mediterraneo (Medioriente e nord Africa). Per la propria prosperità e sicurezza, Roma creò nel corso degli anni una rete di città in terra italica con funzione prettamente militare (Augusta Praetoria [Aosta], Augusta Taurinorum [Torino], Mediolanum [Milano], ecc.), con funzioni di controllo del territorio e di stanziamento di presidi militari lungo le principali vie e strade che la collegavano al resto dell'Orbe imperiale, spesso sviluppando le stesse su insediamenti preesistenti e più antichi (in pianura padana erano da tempo stanziate popolazioni gallo-celtiche). La fitta rete di questi municipi romani è sopravvissuta alla caduta e al trapasso dell'Impero d'Occidente (476 d.C.), e ha condizionato, nel bene (i Comuni, il Rinascimento) e nel male (la secolare divisione e contrapposizione tra queste Città-Stato, responsabile del ritardo del processo di unificazione nazionale), il prosieguo del cammino storico del nostro Paese, dando luogo a fenomeni altrettanto peculiari, quali la nascita dei Comuni e delle prime elaborate forme di mercantilismo e di capitalismo, lo sviluppo del Rinascimento (un unicum per certi versi simile a quanto accaduto durante i fasti della civiltà greca nell'età di Pericle), la trasformazione dei Comuni in Signorie, sovente in conflitto tra loro in maniera tale da rallentare quel processo di unificazione nazionale già da tempo in atto in gran parte del resto d'Europa (Francia, Inghilterra, Spagna). 
Ebbene ancora oggi, in un mondo completamente trasformato rispetto all'età antica (grazie all'accelerazione della storia conseguente alle scoperte scaturite dalla rivoluzione scientifica [XVI e XVII secolo] e poi esaltate dall'età dell'Illuminismo [XVIII secolo], del Positivismo [XIX secolo] e dalla rivoluzione industriale [XVIII secolo]), il lungo influsso delle vicende degli uomini, della vita materiale e della "lunga durata" (concetti profondi elaborati dal grande storico francese Fernand Braudel) prodotta dagli stessi, continua a condizionare la vita odierna e tutti i fenomeni ad essa connessa. Persino i possibili andamenti relativi ai contagi di un virus nuovo (che evoca alla memoria altri momenti drammatici, ciclicamente vissuti dalle popolazioni europee nel passato), da cui possiamo tracciare previsioni predittive, e perché no trarre degli utili insegnamenti in vista delle epidemie e delle minacce del futuro (una delle quali è proprio legata al rischio di ritorno legato ai virus sconosciuti intrappolati da milioni di anni fa nel permafrost e nei ghiacci in scioglimento), una volta che questa sarà passata.