I mercati asiatici dove vengono uccisi animali selvatici vivi, sono i
luoghi dove avvengono i cosiddetti salti di specie di virus altrimenti
endemici dei luoghi e delle specie animali che un tempo non subivano la
stessa imponente pressione antropica di questi nostri tempi. I virus
cercano dei veicoli per riprodursi e all'interno dei quali transitare
per diffondersi, e sotto questo punto di vista gli 8 miliardi di
individui che siamo rappresentano per loro l'occasione evolutiva
e l'incubatrice biologica infinitamente più vantaggiosa rispetto alle
poche migliaia di individui di pipistrelli (mammiferi come noi, quindi
il salto di specie è anche più facile), o altre specie animali, che fino
a ieri ne erano stati lo strumento principale di dimora e diffusione.
Non occorre scomodare fantomatiche creazioni di virus artificiali in
laboratorio, in quanto il laboratorio naturale degli stessi sono quegli
ecosistemi ai quali un tempo eravamo estranei e che oggi abbiamo invaso
offrendo ai virus l'occasione mai avuta prima di abbandonare le poche ed
incerte migliaia di specie animali per infettare i miliardi di uomini
che trovano praticamente ovunque e che si spostano ovunque a velocità
illimitata. Queste considerazioni finiscono per evocare il concetto
logico del rasoio di Ockam. È più facile evocare la spiegazione del
virus artificiale creato appositamente in un laboratorio cinese, o è più
facile che il laboratorio stesso sia quello naturale che abbiamo invaso
noi offrendo al virus la possibilità di fare il salto che in natura
ogni entità biologica fa, cercando la strada più favorevole alla
propria riproduzione evolutiva? Io tra le due possibilità, non ho dubbi.
Il
laboratorio è il mercato stesso, dove vi è quella promiscuità e quel
contatto continuo che un tempo non c'erano: l'uomo e gli animali
selvatici con tutto il loro carico di virus endemici. La macellazione
continua di questi animali, peraltro
senza alcuna norma né protezione, prima o poi rende oggettivo il salto
di specie. Il virus muta continuamente e sviluppa le strategie evolutive
a lui più favorevoli. Dopo x tentativi, la mutazione (all'interno
dell'organismo umano) è avvenuta e il salto di specie è fatto. Ora il
virus ha a disposizione non più soltanto poche migliaia, peraltro
confinate in un'area circoscritta, ma miliardi di individui da infettare
in tutto il mondo, in ogni luogo e in ogni spazio. È la strategia
evolutiva di ogni organismo od entità biologica, quella di sfruttare la
possibilità migliore per la sua affermazione, evoluzione e riproduzione.
Niente di nuovo, ce l'ha detto Darwin, ce lo dicono la selezione
naturale, l'ecologia, la biologia. Cioè la scienza.
È giusto tener conto delle opinioni di ognuno, soprattutto di chi può
esprimerle da posizione autorevole. Ma teniamo anche conto del fatto che
nella scienza le opinioni se non sono suffragate da dati oggettivi,
riscontri sperimentali e ripetibilità dei risultati, restano opinioni
senza alcun valore oggettivo. In questo senso qui la scienza, o meglio
il metodo scientifico (che dobbiamo principalmente ad un nostro illustre
connazionale, Galileo) è la migliore garanzia che abbiamo sulla
veridicità o meno delle opinioni e delle ipotesi scientifiche, che
possono essere verificate e falsificate dalla vasta comunità scientifica
internazionale.